Thursday, December 14, 2006
POTERE DEI MEDIA
Finalmente una notizia gustosissima su ciò che è vero ed è falso, sulla differenza tra fiction, realtà e reality e sullo statuto di realtà che dovrebbe avere la Tv ma su come invece si riesca a giocarci su, manipolando.
Sarebbe bello parlarne, subito.
da repubblica.it
La rete televisiva in lingua francese, ha interrotto i programmiper dare la notizia.
Ma era una fiction. Centralini intasati e polemiche
Falso annuncio tv, subbuglio in Belgio"Fiandre indipendenti, il re è scappato"
BRUXELLES - "Le Fiandre hanno proclamato l'indipendenza!", "Il re ha lasciato il paese!", "Il Belgio non esiste più!". La rete della tv pubblica belga RTBF, in lingua francese, ha interrotto ieri sera i programmi per dare una notizia che ha lasciato di stucco i telespettatori. Un annuncio che ricorda quello di Orson Welles che gettò nel panico l'America annunciano l'arrivo dei marziani. E in quel caso come in questo, si tratta di uno scherzo. Solo dopo 30 minuti di trasmissione è comparsa la scritta "Questa è una fiction", su richiesta del ministro dell'Audiovisivo della comunità francofona Fadila Laanan. Per rendere la notizia più convincente, la tv ha orchestrato una messa in scena con dirette da tram bloccati ai nuovi "confini" e reazioni di esponenti politici che plaudono o denunciano la proclamazione unilaterale dell'indipendenza da parte del parlamento fiammingo. Il programma, nelle intenzioni degli autori, doveva "porre sulla piazza pubblica un dibattito che appassiona tutti i belgi". Ma ha invece scatenato polemiche in un un Paese dilaniato da annose diatribe fra i fiamminghi delle Fiandre, che parlano olandese, e i francofoni della Vallonia.
Monday, December 11, 2006
"Maledetto quel paese dove i dittatori muoiono nel proprio letto"
Cile, è morto Pinochet, "el pueblo unido" festeggia la sua fine - megachip.info
L'ex dittatore del Cile Augusto Pinochet, 91 anni, è deceduto alle 14.15 ora locale, le 18:15 in Italia, nell'ospedale militare di Santiago dove era stato ricoverato una settimana fa per un infarto al miocardio e un edema polmonare. Da allora non si era più ripreso. Dopo che si è diffusa la notizia della morte del generale, vicino a Piazza Italia e nella zona dello Stadio Nazionale, centinaia di persone si sono raccolte per «celebrare la morte» di Pinochet con clacson, slogan, bandiere cilene e grida di «assassino!».Neppure in queste circostanze, ha detto uno dei manifestanti di Plaza Italia a Radio Bio Bio, «si deve dimenticare che qui è stata torturata ed uccisa gente». Pinochet prese il potere in Cile con il colpo di Stato dell'11 settembre 1973, con il bombardamento della Moneda nel corso del quale fu ucciso il presidente Salvador Allende. Pinochet restò al comando del Paese, tra violenze, arresti, sparizioni e torture, per 17 anni. Secondo i dati ufficiali furono 3.197 le persone uccise durante la dittatura (1.192 gli scomparsi), 28.000 quelle torturate e 130mila quelle arrestate. Senza contare i migliaia di oppositori costretti all'esilio. E le organizzazioni per i diritti umani parlano di cifre molto più alte. Il suo allontanamento dalla presidenza cilena coincise con un referendum popolare che lui era sicuro di vincere il 5 ottobre 1988. Ma il risultato lo sorprese: il 42% disse sì alla sua permanenza e il 55,2% rispose invece no, e così il 10 marzo 1990 Pinochet uscì dalla Moneda, lasciando il posto al presidente democristiano Patricio Aylwin. Restò però alla guida dell'esercito, un incarico che avrebbe abbandonato soltanto il 10 marzo 1998, per assumere il giorno dopo la funzione di senatore a vita. In quel momento nessuno sospettava che, nell'ombra, l'ex dittatore era al centro di una fitta trama di attività commerciali lecite, e forse, illecite, con proventi per decine di milioni di dollari non dichiarati al fisco, convogliati nei conti scoperti presso la Riggs Bank degli Stati Uniti. Il 1998 fu l'anno del suo arresto a Londra su richiesta del giudice spagnolo Baltasar Garzon. Nella capitale britannica trascorse 503 giorni e poi rientrò rocambolescamente in patria. Da allora è stato incriminato in Cile con diverse gravi accuse e più volte finito agli arresti domiciliari, ma mai processato. Anche da morto il dittore continua però ad essere un problema per i cileni. Ora si pone il tema dei suoi funerali. Da quando le sue condizioni si erano aggravate si era cominciato a parlare dell'opportunità o meno di riservargli funerali di Stato, con l'evidente imbarazzo della presidente Michele Bachelet, lei stessa in passato vittima delle torture del regime (e anche suo padre fu ucciso). Un sondaggio pubblicato proprio nel giorno della sua morte da La Tercera, giornale di Santiago, ha rilevato che il 72% dei cileni non vuole il lutto nazionale.
Thursday, December 07, 2006
Monday, December 04, 2006
"Mi si nota di più se vengo o se non vengo? Se vengo e sto in disparte?"
A parte gli scherzi, la mancata partecipazione di Casini e dell'Udc alla manifestazione di sabato apre degli scenari preoccupanti. Preoccupanti per chi come me si ricorda chi era e cosa diceva il nostro Casini fino a pochi mesi fa.
Noi non vogliamo scordare il Presidente della Camera che si batteva contro l'opposizione scordandosi del ruolo istituzionale di cui era investito. Noi non ci scordiamo di chi telefona a Dell'Utri il giorno prima di una sentenza di mafia per fargli avere un appoggio incondizionato. Noi non ci scordiamo di certo di chi incorona Cuffaro dal palco.
Per questo motivo ho votato l'estrema sinistra, esclusivamente per dare forza a chi è lontano dalla possibilità di un'intesa con l'Udc, ma adesso me lo vedo entrare dalla finestra e non ci sto. Non è certo questo il modo per cambiare le cose in questo paese anche se non mi pare che il governo faccia carte false per cambiare davvero qualcosa...
Sunday, December 03, 2006
REGIME?
Negli anni del centro destra qualcuno che si azzardava a definire il berlsuconismo un regime, anche con qualche cognizione di causa, veniva accusato di disfattismo e di decadenza morale. Non è un regime, dicevano i pacati politici di centro sinistra sempre pronti a non disturbare troppo il Re d'Italia. Oggi lui, senza riconoscnza alcuna, urla dal palco che Prodi ha messo su un regime. E tutti zitti, a battersi il petto. Qualcuno dice che magari ha ragione, bisognerebbe chiedergli scusa se esistiamo, non l'abbiamo voluto noi, ci hanno votato ma per fortuna in pochi.....
Friday, December 01, 2006
COMUNICARE IL NULLA
Chi invece non riesce e non riuscirà mai a gestire la comunicazione è il centro sinistra. Mi dicono che Sircana sia anche bravo ma non mi pare proprio, scusatemi.
Si comunica se si gestisce l'agenda comunicativa, torno a dire. Non lo dico io, è regola. Invece il centro sinistra fa dettare l'agenda al centro destra. Ricordiamoci: si parla della finanziaria, ma si fanno parlare i commercianti e gli artigiani non le famiglie. C'è voluto un articolo del Sole24Ore lunedì per scoprire che la finanziaria porterà sollievo agli italiani medi, ma è ricaduto nel vuoto (per inciso quell'articolo era lunedì, il giorno che tutti gli altri giornali italiani parlavano e sparlavano del malore del Berlusconi ed il Sole non ne ha parlato per nulla, neppure una riga!).
E soprattutto oggi rientrano le truppe dall'Iraq, qualcuno se ne è accorto? Perché ostinarsi a parlare di cosa vogliono gli altri e non dire questo, una promessa mantenuta della campagna elettorale. Così non andiamo lontano.
Io, da parte mia, ho ancora fiducia in alcune parti di questo governo, ma vorrei davvero una svegliata, un'inversione di tendenza totale.
STRATEGIA DEL MALORE
A noi non interessa commentare il dolore e tanto meno ci interessa commentare il "corpo" del leader come hanno fatto tutti i giornali. Un corpo immortale, un corpo curato e revisionato che improvvisamente cede. Per poi risorgere tre minuti dopo.
A noi interessa la strategia d'emergenza che è stata attuata. Il Berlusconi che risorgendo rassicura le pie donne che il sabato sarà in piazza a farsi toccare le ferite.
Montare l'attesa attorno alla manifestazione, spostare l'attenzione dal malore, dal pallore alla piazza, alla manifestazione contro la finanziaria che fa pagare, pensate un po', le tasse!
Questa è la magia comunicativa di Berlusconi. Dettare ancora una volta l'agenda dei media e risollevare una manifestazione che altrimenti sarebbe stata un fallimento.
Complimenti, soprattutto a chi domani starà a casa.