Citizen Broz

PARTITO DEMOCRATICO...E TORNATO DEMOCRISTIANO.
"Nelle cose futili seguo i capricci e le mode; nelle cose importanti seguo la morale; in arte seguo me stesso. Questa è la ragione per cui non ho nulla a che fare con cio' che non mi piace" J. Ozu

Wednesday, June 24, 2009


Questi incorreggibili peronisti


Nota bene: ogni riferimento a fatti o persone attualmente esistenti è assolutamente casuale, anzi siete voi che avete la mente malata e pensate solo a Berlusconi anche quando si parla di Peron. Ché poi, dice Minzolini, son fatti non accertati...

...Nella residenza presidenziale di Olivos Peron fece organizzare le attività sportive della Union de Estudiantes Secondarios; ogni giorno decine di ragazze eseguivano saggi ginnici, partite di pallavolo e di basket alla sua presenza. Perón, che si avviava verso i sessantanni, passava buona parte della giornata a guardare i giovani corpi, ad accompagnare le preferite a visitare il parco sul suo scooter e a prendere visione dell’enorme guardaroba appartenuto a Evita: pellicce, vestiti da sera, cappelli piumati, guanti, scarpe, diademi, collane, spille. Le più fortunate non solo potevano toccare la merce, ma venivano premiate con un piccolo oggetto appartenuto al mito. Col tempo, il presidente scelse una preferita, la quattordicenne Nelli Rivas, brunetta dai capelli corti, giocatrice di pallacanestro, che si trasferì in villa e visse con lui, presenziando anche nelle occasioni ufficiali al suo fianco. La condotta del presidente venne dichiarata immorale dalla chiesa cattolica argentina e i preti cominciarono a denunciare dal pulpito lo scandalo di un’unione innaturale tra un vecchio e una bambina.
Ma nulla fece recedere Perón, anzi. Nel 1955 ordinò un attacco diretto contro la Chiesa e squadre di picchiatori armati presero d’assalto le chiese, distrussero conventi e picchiarono preti e suore. Gli eventi proseguirono per settimane, in un crescendo di violenze, fino a quando Pio XII, dal Vaticano, si risolse al passo fatale: Juan Domingo Perón venne ufficialmente scomunicato.
Era il segnale che i circoli militari avversi al regime aspettavano: aerei si alzarono in volo e bombardarono la Casa Rosada, Perón venne accerchiato e i suoi fedeli non riuscirono neppure ad abbozzare una difesa; in breve presero il potere e annunciarono la “revolucion libertadora” che poneva fine a undici anni di “giustizialismo”. Il cadavere di Evita Perón, da tre anni sottoposto ai
processi di imbalsamazione, vennetrafugato dalla sede del sindacato e per quindici anni non si seppe la sua fine. A Perón andò meglio perché riuscì a fuggire in Paraguay dal suo amico Stroessner, lasciando Nelli Rivas a terra, ma le mandò una lettera, firmandosi “papito”. La ragazza
non venne punita e dopo alcuni anni scrisse un libro di memorie, La unica razon de mi vida, titolo simile al libro di Evita (La razon de mi vida), testo obbligatorio nelle scuole argentine. I militari trasformarono la residenza di Olivos in un museo del lusso e dello sperpero e folle di argentini vennero condotte a prendere visione dei vestiti e dei gioielli di Evita.

(estratto da un articolo di Enrico Daglio, da leggere per intero)

Friday, June 19, 2009

Due no e un sì?

Poche parole e nemmeno mie sul referendum, le riprendo dal blog di Leonardo.
Io in linea di principio sono contrario al non voto e vi dico anche che la cosa migliore sarebbe farli passare tutti e tre per dare un segnale che vogliamo cambiare la legge elettorale. Poi è chiaro, il premio di maggioranza ai singoli partiti è dannoso, ma non è che l'obbligo di coalizioni sia migliore.

E ora ecco Leonardo, ma leggetelo per intero sul suo sito perché davvero dice una cosa fondamentale: quando una proposta abrogativa non raggiunge il quorum è una sorta di tacita accettazione della legge da abrogare, o meglio così viene strumentalmente sfruttata (vedi Ruini e company):

"...Probabilmente anche il prossimo flop referendario verrà utilizzato nello stesso modo; ovvero l'artiglieria televisiva ne approfitterà per suggerire: Vedete? Alla Gente il sistema elettorale piace così com'è, è per questo che non sono andati a votare. E c'è qualcosa di perversamente geniale in questo Non-Voto che diventa ratifica: il trionfo della maggioranza silenziosa. La vecchia Fiat del 1974, semi-abbandonata nel parcheggio dei radicali e dei pattisti di Segni, a ogni tentativo di accensione disperde benzeni nocivi nell'aria. Consoliamoci, cadrà a pezzi prima o poi.

Io, se interessa, non voterò per i primi due quesiti (scheda viola e beige). Trovo demenziale che mi si chieda di scegliere se voglio dare un premio di maggioranza a un partito o a uno schieramento; il risultato sarebbe semplicemente condensare i loghi di PdL e Lega nello stesso bollino una volta ogni cinque anni. Valeva sul serio la pena di raccogliere firme per una cosa del genere? Beh, dipende, Capezzone ha cominciato così e guarda quanta strada ha fatto.

Se avrò voglia e tempo, voterò Sì sulla scheda verde, per abrogare la possibilità di Berlusconi (e Di Pietro, e Vendola) di candidarsi in più circoscrizioni. Ma non mi faccio illusioni: non raggiungeremo il quorum e Berl. ne trarrà la conclusione che la Gente lo vuole candidato dappertutto. Scusate se non riesco a camuffare un certo disilluso risentimento, ma ho veramente perso troppi referendum per crederci ancora. Troppe energie, davvero. Mi chiedo Pannella come faccia. Hascisc, probabilmente".

Friday, June 05, 2009

Votare contro per votare per


Mai come quest'anno è difficile dare un'indicazione di voto. Sarebbe sufficiente dare un'indicazione per il voto, cioè dire: votate che vi pare ma l'importante è votare. Che poi è vero, ma mica del tutto. Io chi decide di astenersi lo capisco anche, non l'ho mai capito bene come questa volta, ma è anche vero che non serve, che è anzi dannoso e che si amplifica il potere del Sultano e dei cacicchi.
Quindi una cosa è assodata: votate. Poi ho detto votate chi vi pare, anche questo mica è vero, perché non è proprio più il momento di votare chi ci governa, se abbiamo un ultimo sussulto di dignità dobbiamo tirarlo fuori adesso, se ci indignano e ci fanno vergognare le uscite del premier, le sue feste, le sue donnine e porcate e pacchianate varie è il momento di dirlo col voto.
Quindi la frase giusta sarebbe votate chi vi pare ma votate a sinsitra o fronte popolare come diceva Manfredi. Ma sinistra vera, perché se c'indigna il Berlusconi attizzato dietro alle ragazzine ci indigna anche un partito di notabili locali in guerra tra di loro, un partito che mette assieme culture opposte senza fare una sintesi di queste.
No, non è più il momento neppure di votare Pd. Se mai lo è stato, ovvio.
Il mio voto sarà proprio contro i Sultani e contro i briganti, contro i fascisti e contro i maneggioni, contro la lega e contro la politica affarista, contro il razzismo e contro l'oscurantismo, contro gli ottimisti a tutti i costi e contro i masochisti, contro gli sporchi e contro i candidi, contro l'ignoranza e contro il doppio gioco. Il mio voto sarà contro, sì. Sarebbe bello votare per, ma anche 'sta volta accontentiamoci e votiamo contro. Che è già qualcosa. Poi oh, prima si votava solo contro Berlusconi, ora almeno possiamo dire di votare contro Berlusconi e contro il Pd, che è già un passo avanti.

ps- che voterò? Rifondazione alle provinciali e Sinistra e Libertà alle europee (un voto per fava, ma contro tutti gli altri, un voto per il futuro e contro il passato).