Citizen Broz

PARTITO DEMOCRATICO...E TORNATO DEMOCRISTIANO.
"Nelle cose futili seguo i capricci e le mode; nelle cose importanti seguo la morale; in arte seguo me stesso. Questa è la ragione per cui non ho nulla a che fare con cio' che non mi piace" J. Ozu

Monday, December 12, 2005


12 DICEMBRE

(La ballata del Pinelli - canzone popolare)
Quella sera a Milano era caldo
Calabresi nervoso fumava
"tu Lograno apri un po' la finestra"
e ad un tratto Pinelli cascò.
"Scior questore io ce l'ho
già detto
lo ripeto che sono innocente,
anarchia non vuol dire bombe

ma giustizia nella libertà".
"Poche storie indiziato Pinelli
il tuo amico Valpreda ha parlato
è l'autore di questo attentato
il suo complice certo sei
tu".
"Impossibile - grida Pinelli -
un compagno non può averlo fatto
ma l'autore di questo misfatto
tra i padroni dovete cercar".
"Stai attento imputato Pinelli
questa stanza è già piena di fumo
se tu insisti apriam la finestra
Quattro piani son duri da far".

L'hanno ucciso perché era un compagno
Non importa se era innocente
"era anarchico e questo ci basta"
disse Guida il fascista questor.
C'è un bara e trecento compagni
Stringevamo le nostre bandiere
Noi quel giorno l'abbiamo giurato
Non finisce di certo così.
Calbresi e tu Guida assassini
Che un compagno ci avete ammazzato
Questa lotta non avete fermato
La vendetta più dura sarà.
Quella sera a Milano era caldo
Ma che caldo che caldo faceva
È bastato aprir la finestra
Una spinta e Pinelli cascò.


VAL DI SUSA

I citizens Broz sono sempe invitati ad andare sul sito di megachip e controllare gli aggiornamenti sul dossier Val di Susa. Oggi articolo interessante di Walter Borla sulle possibile vie d'uscita, articolo sempre più importante dopo il passo indietro del governo. Perché di passo indietro si è trattato. Adesso un articolo postato sul blog di Grillo.

I nove luoghi comuni

1. SENZA LA TORINO-LYON IL PIEMONTE SAREBBE ISOLATO DALL'EUROPA In realtà il Piemonte è già abbondantemente collegato all’Europa e soprattutto attraverso la Valle di Susa. In questa valle esistono già due strade statali, un’autostrada e una linea ferroviaria passeggeri e merci a doppio binario. Esiste perfino la cosiddetta autostrada ferroviaria (trasporto dei TIR su speciali treni-navetta). Sono tutte linee di collegamento con la Francia attraverso due valichi naturali (Monginevro e Moncenisio) e due tunnel artificiali (Frejus ferroviario e autostradale). Il tutto in un fondo-valle largo in media 1,5 km ! A fatica ci sta anche un fiume, la Dora Riparia, che di tanto in tanto va in piena
2. LE LINEE FERROVIARIE ESISTENTI SONO SATURE
In realtà l’attuale linea ferroviaria Torino-Modane è utilizzata solo al 38% della sua capacità. Le navette per i TIR partono ogni giorno desolatamente vuote. (Ma sono state riscoperte e prese d’assalto nel periodo di chiusura del Frejus per incendio). Il collegamento ferroviario diretto Torino-Lyon è stato soppresso per mancanza di passeggeri. E il flusso delle merci -previsto da chi vuole l’opera in crescita esponenziale -è invece sceso del 9% nell’ultimo anno!
3. LA TORINO-LYON E’ INDISPENSABILE AL RILANCIO ECONOMICO DEL PIEMONTE.
In realtà è’ vero il contrario. Togliendo risorse (è tutto denaro pubblico) alla ricerca, all’innovazione e al risanamento dell’industria in crisi profonda (Fiat e non solo), il TAV sarà la mazzata finale all’economia piemontese
4. Il TAV TOGLIERA’ I TIR DALLA VALLE In realtà tanto per cominciare, i 10/15 anni di cantiere necessari a costruire la Torino-Lyon porteranno sulle strade della Valle e della cintura di Torino qualcosa come 500 camion al giorno (e alla notte) per il trasporto del materiale di scavo dai tunnel ai luoghi di stoccaggio. Con grande aumento di inquinanti e polveri. Finita la apocalittica fase di cantiere e realizzata la Grande Opera, chi ci dice che le merci passeranno dall’autostrada alla nuova ferrovia? Anzi. I promotori dell'opera e recenti studi di ingegneria dei trasporti ci dicono che solo l' 1% dell'attuale traffico su gomma si trasferirà sulla ferrovia. Bel vantaggio
5.I VALSUSINI SONO EGOISTI. NON PENSANO AGLI INTERESSI DELL’ITALIA.
In realtà attraverso la Valle di Susa, attualmente, passa già il 35% del totale delle merci che valicano le Alpi! Lungo l’Autostrada del Frejus passano circa 4.500 TIR al giorno, contro i 1.500 del Monte Bianco, in val d’Aosta, dove il numero dei TIR è stato limitato per legge.
6.LA TORINO-LYON PORTA LAVORO AI PIEMONTESI
In realtà come già sta succedendo per tutte le infrastrutture in corso, si tratterebbe di lavoro precario, per mano d’opera in gran parte extracomunitaria. Inoltre le ditte appaltatrici si porterebbero tecnici e operai dalla loro Regione (ditte e buoi dei paesi suoi). Per i comuni della Valle di Susa e della cintura di Torino arriverebbe invece un bel problema: la mafia. Turbative d'asta sono già state individuate per la fase di sondaggio geologico a carico di uomini politici piemontesi e non... figurarsi per la realizzazione dell'opera!
7.LA LINEA E’ QUASI TUTTA IN GALLERIA. CHE MALE FA?
In realtà fa malissimo. Il tracciato prevede una galleria di 23 km all’interno del Musinè, montagna molto amiantifera. La talpa che perforerà la roccia immetterà nell’aria un bel po’ di fibre di amianto. Invisibili e letali. Il vento le porterà dappertutto. Il foehn le porterà fin nel centro di Torino. Respirare fibre di amianto provoca un tumore dei polmoni (mesotelioma pleurico) che non lascia scampo. L’amianto è un materiale fuori legge dal 1977. Scavare gallerie in un posto così è illegale e criminale. E ancora: il tunnel Italia-Francia di 53 km scavato dentro al Massiccio dell’Ambin incontrerà (oltre a falde e sorgenti che andranno distrutte) anche roccia contenente uranio. E ancora: una linea in galleria si porta appresso tante gallerie minori, trasversali a quella principale. Si chiamano gallerie di servizio, o più simpaticamente, ‘finestre’. Ce ne saranno 12! Con altrettanti cantieri, tutti a ridosso di centri abitati. Sarà un inferno di rumore, polvere, camion avanti e indietro per le strette vie dei paesi, di giorno e di notte, per 15 anni almeno. E ancora: la perforazione di tratti montani così lunghi vicino a centri densamente abitati potrà prosciugare le falde idriche e gli acquedotti, come accaduto per le gallerie TAV del Mugello, oggetto di processi per disastro ambientale. E ancora: la viabilità sarà stravolta. Verranno costruiti sovrappassi in corrispondenza di ogni cantiere. Forse queste nuove strade saranno calcolate come compensazioni all’impatto ambientale dell’opera? (per averne una vaga idea, farsi un giro sull’autostrada Torino-Milano osservando i guasti della tratta TAV Torino-Novara).
8. QUEST’OPERA FA BENE ALL’ECONOMIA, PERCHE’ METTE IN MOTO CAPITALI PRIVATI In realtà il costo stimato di 20 miliardi di euro è tutto a carico della collettività. Tutto denaro pubblico, ma affidato a privati, secondo la diabolica invenzione del general contractor. Garantisce lo Stato Italiano. Nessun privato ci metterà un euro, soprattutto dopo l’esperienza del tunnel sotto la Manica che ha mandato in fallimento chi ne aveva acquistato i bond. I tantissimi soldi che servono a quest’opera verranno tolti alle linee ferroviarie esistenti (già disastrate), a ospedali, scuole, e a tutti i servizi di pubblica utilità, e allo sviluppo delle energie rinnovabili destinate a sostituire il petrolio. E ancora: è già previsto che la nuova linea ferroviaria Torino-Lyon avrà altissimi costi di gestione e che sarà in perdita per decine e decine di anni. E ancora: nonostante la maggior parte del tracciato sia in territorio francese, il governo italiano si è impegnato a sobbarcarsi il costo dei due terzi della tratta internazionale (Borgone – St.-Jean-de-Maurienne). Tanto paghiamo noi.
9. CHI E' CONTRO LA TORINO-LYON E' CONTRO IL PROGRESSO In realtà è vero il contrario. Il progresso non deve essere confuso con la crescita infinita. Il territorio italiano è piccolo e sovrappopolato, le risorse naturali (acqua, suolo agricolo, foreste, minerali) sono limitate, l'inquinamento e i rifiuti aumentano invece senza limite, il petrolio è in esaurimento. Progresso vuol dire comprendere che esistono limiti fisici alla nostra smania di costruire e di trasformare la faccia del pianeta. Progresso vuol dire ottimizzare, rendere più efficiente e durevole ciò che già esiste, tagliare il superfluo e investire in crescita intellettuale e culturale più che materiale, utilizzare più il cervello dei muscoli. Il TAV rappresenta l'esatto contrario di questa impostazione, è un progetto vecchio e ormai anacronistico, che prevede una crescita infinita nel volume del trasporto merci (che poi saranno i rifiuti di domani), privilegia come valore solo la velocità e la quantità, ignora la qualità, ovvero se e perché bisogna trasportare qualcosa.
IL MOVIMENTO NO TAV

Thursday, December 08, 2005


REPRESSIONE E INCIVILTA'

VENAUS - La signora Donata Martelli è caduta di schiena nell'erba ghiacciata: "Per pietà, fermatevi". Era una notte di stelle, limpidissima. Gli agenti avevano un incarico assegnato: "Dovete riprendere il controllo del territorio". Si sentiva il rumore degli anfibi sull'ultimo tratto di strada asfaltata. Urla e trattative: "Abbiamo le mani alzate, non vedete? Smettetela!". Piedi nel fango. Rumori di scudi. "I fotografi qui non possono stare", gridavano i poliziotti. Forse avrebbero preferito che non vedessero certe scene. Come quando hanno continuato a prendere a calci la signora che chiedeva aiuto: "Ho 45 anni, vivo a San Didero, sono madre di due figli e ho sempre lavorato. Mi urlavano: "Si rialzi!". Ma intanto mi colpivano". Oppure quando un ragazzo di 23 anni di Susa, già fermato e ammanettato perché aveva tolto il casco a un agente, è stato portato via da tre poliziotti. E uno di loro, ancora usava il manganello lungo la strada.

C'era molta preoccupazione fra gli agenti. Molta stanchezza, forse. Perché a un certo punto è stato colpito anche il signor Silvano Borgis, 65 anni, operaio in pensione, presidente dell'associazione alpini di Bruzolo. È stato manganellato allo bocca dello stomaco, si è accasciato ma è rimasto cosciente. La signora Patrizia Triolo, 39 anni, impiegata della Valsusacar, è stata la prima ad essere travolta. Era lì con la giacca a vento, un po' goffa per il collare che deve portare dopo un incidente stradale: "Ho cercato di proteggermi con le braccia, ma non ho fatto in tempo". Piangeva col sangue sulle labbra: "Cosa ho fatto di male?".

Alessandro Contaldo, il fotografo di Repubblica, stava facendo il suo lavoro: "Istintivamente ho protetto la macchina fotografica al petto. Un poliziotto mi ha tirato cinque manganellate sulla schiena. Io urlavo: "Sono un fotografo". E lui: "Benissimo, andiamo a controllare i documenti". Ma mi stava trascinando verso una zona completamente buia. Per fortuna ho incontrato un ispettore che mi ha riconosciuto".

Alle 3,40 del mattino la polizia si è ripresa la valle. Senza preavviso: "Abbiamo fatto quello che ci è stato ordinato". Dopo sette giorni di tregua e trattative fallite, lo ha fatto con un'azione militare durata venti minuti. Seicento agenti contro centocinquanta manifestanti. "In questi casi purtroppo si verificano sempre degli incidenti - diceva il capo della Digos di Torino, Giuseppe Petronzi - è fisiologico. Direi che comunque sono stati contenuti".

Alcuni agenti del reparto Mobile di Bologna e Firenze però hanno perso il controllo. Uno di loro brandiva due manganelli e colpiva a casaccio. Altri hanno preso a calci tre manifestanti che dormivano sotto una tenda. Un uomo di quarant'anni cercava di fuggire inciampando nel suo sacco a pelo. E poi, nella confusione, c'era Alessio Meyer, 22 anni, studente universitario di Susa, che barcollava e si teneva la testa fra le mani: "Stavamo indietreggiando a braccia alzate, laggiù vicino alla ruspa della polizia. Mi hanno colpito tre volte, ho visto donne e anziani travolti. Ho visto un agente, in piedi sul caterpillar, che gridava: "Vi schiacciamo tutti!"".

Alle quattro del mattino sono arrivate le autoambulanze. La gente era ammucchiata in tre punti diversi del pianoro, tenuta sotto controllo da cordoni di polizia e carabinieri. Il parroco di Venaus suonava le campane della chiesa per chiamare tutti a raccolta. E Nilo Durbiano, il sindaco del paese, sempre più solo, sempre più livido, diceva: "Quello che successo è gravissimo. Per la dignità delle persone e per la democrazia".

La serata al presidio di Venaus era stata quasi allegra. Panini al formaggio, vino rosso, musiche, fuochi. Una televisione sempre accesa per sentire le ultime notizie. Il bollettino del settimo giorno di resistenza era attaccato sulle pareti della baracca della Pro-Loco: "Tempo sereno, neve che si scioglie, crescita fangosa con rischio di impantanamenti. Munirsi di scarpe pesanti, guanti, sciarpe e giacche impermeabili. Il sunto: affari poco trasparenti, profitti e uso delle forze dell'ordine. Non è giusto quello che stanno cercando di fare". Lele Rizzo, uno degli autonomi che da sette anni fa parte integrante della protesta contro la Tav, diceva: "Mi auguro che abbiano capito che usare la forza contro questa gente sarebbe un errore gravissimo. Per certi versi, sarebbe un favore enorme al movimento".

Il favore è arrivato con i lampeggianti azzurri dei blindati e le torce nei boschi. Nessun arresto fra le frange eversive, però: ieri notte non c'erano. C'era il metalmeccanico Emilio Montaldo, 27 anni, nato e cresciuto a Susa, sdraiato in barella: "Stavo bevendo un bicchiere di vino, mi hanno gettato contro la finestra del presidio". All'alba, resti di barricate e facce stravolte. Intorno al nuovo cantiere della Tav, una rete di plastica arancione.

di Niccolò Zancan da Repubblica


POVERO PREVITI

Segnalo questo articolo di Travaglio. Interessante.

Caro direttore, devo declinare la tua proposta di commentare la nuova condanna a 5 anni emessa ieri dalla Corte d'appello di Milano a carico dell' on. C.P.,già condannato in un altro processo d'appello a 7 anni, sempre per corruzione di giudici. Ti prego anzi di non chiedermi mai più di occuparmi della Sua augusta persona, avendo io deciso di non nominarLa mai più, o almeno di provarci. Anzitutto perché, come puoi ben immaginare, quella sentenza mi ha profondamente turbato e addolorato. E poi perché proprio l'altro giorno, alla vigilia del triste verdetto, mi è stato recapitato nella canonica busta verde l'ennesimo atto di citazione col quale l'on. C.P. mi trascina nuovamente in tribunale per aver parlato male di lui sull'Unità. In quanto direttore responsabile dovresti essere anche tu della partita, senonchè l'on. C.P. ignora la tua nuova qualifica e dunque se la prende con l'ormai incolpevole Furio Colombo, chiedendo a me e a lui un modico risarcimento di 120 mila euro per il mio «intollerabile quanto ingiustificato attacco alla persona dell'on. C.P.» che «ne ha gravemente offeso la reputazione, l'onore, il decoro, la dignità e l'identità personale e professionale».
Nel Bananas del 27 ottobre ricordavo una frase detta da Celentano a Tony Renis a Sanremo 2004: «Chi non ha amici criminali?». E commentavo, in un tentativo forse malriuscito di ironia: «Da allora Bellachioma - che in una sola vita è riuscito a frequentare Mangano, Dell'Utri e Previti - provò per lui un'istintiva simpatia». Così - denuncia C.P. - «il giornalista ha definito l'attore (cioè lui, ndr) ?criminale?, travalicando macroscopicamente il limite della continenza espressiva e invadendo, con un attacco illegittimo e ingiustificabile, la sfera personale dello stesso attore? un vero e proprio insulto all'esclusivo scopo di denigrarlo». Non posso sapere cosa decideranno i giudici. Ma posso spiegare il movente di quella battuta. Mi ero fatto l'idea, nella mia beata ingenuità, che l'evasione fiscale sia un crimine (idea che peraltro condivido con qualche milione di italiani, oltrechè con il codice penale). E che un deputato si difende in tribunale dall'accusa di corruzione spiegando che ha solo evaso le tasse sulle presunte parcelle plurimiliardarie che Berlusconi e Rovelli gli versavano in Svizzera abbia confessato un crimine, ancorchè prescritto. E che, così facendo, si sia denigrato, insultato e diffamato da solo, provocando danni irreparabili alla reputazione, onore, decoro, dignità e identità personale e professionale di se medesimo. Invece scopro che ho fatto tutto io: tutti credevano C.P. un onesto e illibato avvocato, deputato esemplare, contribuente modello, finchè non uscì lo sciagurato Bananas. Ora, visto che non posso dimenticare quelle sue parole e appena le ricordo metto nei guai me stesso, l'Unità e i suoi direttori, preferisco occuparmi d'altro. Se Lucia Annunziata definisce «terrorista» un marocchino sempre assolto dall'accusa di terrorismo, riceve i complimenti di vari ministri, sottosegretari e del Corriere della Sera. Ma dubitare della reputazione di un ex ministro che si proclama evasore fiscale e viene condannato in appello a 5 e 7 anni per corruzione di giudici, non si può. Se proprio insisti, potrei optare per una formula salvavita molto in voga alla Rai: quella suggerita l'altro giorno dai responsabili di un notiziario del «servizio pubblico» al collega Carlo Casoli, che proponeva un servizio sul nuovo processo avviato a Roma contro l'on. C.P. per corruzione di un perito del tribunale: «Manda pure il servizio, ma non fare nomi». Il cronista, dopo lunghi tentativi, s'è dovuto arrendere. Così nessuno ha potuto conoscere la notizia, salvo i fortunati che l'hanno poi letta sul Corriere. Ecco, se vuoi posso inviarti un commento senza fare nomi: «La Corte d'appello di Milano, in due distinti processi, ha condannato a 12 anni di reclusione per corruzione di due giudici (che non nominiamo per riguardo alle signore) un noto parlamentare della Repubblica (che non nominiamo per la legge sulla privacy), di professione avvocato, già ministro della Difesa, membro di un importante partito (che non nominiamo per rispetto del pubblico più impressionabile) e braccio destro del capo del governo uscito a sua volta da entrambi i processi per le attenuanti generiche e la conseguente prescrizione. L'uomo politico, già destinatario di varie leggi su misura che non hanno funzionato, ha testè annunciato la sua ricandidatura alle prossime elezioni. Vista la sua specchiata dirittura morale, che si aspetta a promuoverlo ministro della Giustizia?».
di Marco Travaglio
da l'Unità

Wednesday, December 07, 2005

REPRESSIONE IN VAL DI SUSA

Quello che è successo la scorsa notte in Val di Susa è grave e non deve passare in silenzio, non deve assolutamente passare la linea dettata dalla televisione.
Qualunque cosa si pensi sul problema della TAV, qualunque sia la nostra posizione sulla modernità imposta e sui cantieri, non dobbiamo sottovalutare la violenza che si è innescata due notti fa.
Insomma daccordo o meno con i manifestanti spero che tutti coloro che si ritengo democratici condannino le violenze della polizia e l'arroganza del potere. Un potere sempre meno politico e sempre più d'affari, fatto di ruspe ed interessi multinazionali.
Una cosa intelligente, stranamente, è venuta da Prodi: così si va ad esasperare una sitauzione
già molto difficile. Giusto, il governo ha scelto la strada dello scontro esacerbato, sa benissimo
a cosa va in contro ed un po' lo vuole, lo pilota, forse per isolare la sinistra, per portarla allo scoperto su temi che non vuole affrontare.
La ricostruzione dei fatti io l'ho sentita in radio (radio24), perché come ho detto la tv mistifica, nasconde e minimizza.
Durante la notte più ruspe hanno rotto i picchetti e le barricate, al che oltre 400 poliziotti si sono scagliati sugli occupanti (una trentina svegli a quell'ora) e li hanno manganellati con violenza trascinandoli dentro l'edificio della proloco. Poi sono andati a svegliare, con gli stessi modi persuasivi, coloro che erano nelle tende ed anche questi manganellati li hanno trascinati nel piccolo edificio.
C'erano persone in condizioni gravi, teste spaccate e schiene percosse, sangue. A chi chiamava il 118 veniva detto che le ambulanze erano già sul posto ma la polizia non le faceva passare. Dopo almeno 40 minuti hanno fatto avvicinare i soccorsi.
Ecco. Questa è una ricostruzione parziale immagino. Ma è sconvolgente. Ecco a voi la polizia di uno stato democratico.
ps- non ho resistito ed ho messo una foto degli scontri repressi dal Bava Beccaris a Milano nel 1898.

Consiglio alcuni link:
www.megachip.info (con un dossier sulla val di susa)
www.notav.it

Monday, December 05, 2005


PER RITA. IL POPOLO ANTIMAFIOSO E' CON TE


POLITICA DELLE BUGIE E DELLE IPOCRISIE

Ieri sera spettacolo penoso al programma televisivo di Fabio Fazio, il presidente della camera che oramai parla da leader di partito, scordandosi del tutto il proprio ruolo istituzionale. Per anni era Pera a farci vergognare della nostra classe rappresentativa istituzionale, da un mesetto è Casini. Ha mandato avanti Follini, l'ha bruciato ed ora rivendica il ruolo che non ha mai avuto. Non è cambiato nulla e lui non è al centro, affatto. Lui appoggia un governo vergognoso, ipocrita, bugiardo ed irresponsabile. Ed il povero Berlusconi? Da quando ho saputo che "le sinistre" non lo guardano in faccia per non salutarlo quando lo incrociano in parlamento mi fa davvero tenerezza. Poverino. Aggiungo un post dal sito di Daniele Luttazzi. Davvero molto interessante per l'esame che fa della politica berlusconiana. Da incorniciare.

Tecniche della menzogna berlusconiana

E' cominciata la campagna elettorale e Berlusconi accusa la sinistra di dire menzogne. Parole un po' forti per l'uomo che aveva giurato che All Iberian non c'entrava nulla con la Fininvest! Maggio 2001: arrivano le rogatorie internazionali alle quali si era opposto per anni e così Berlusconi deve ammettere che in effetti Fininvest aveva un intero Comparto B di società off shore alle Bahamas che gli servivano per eludere le tasse. Il 23 novembre 1999 aveva detto:-Ho dichiarato pubblicamente che di questa All Iberian non conoscevo neppure l'esistenza. Sfido chiunque a dimostrare il contrario.- Poi lo beccano con le mani nella marmellata e allora il 3 maggio 2001, a Roma, davanti all'assemblea dell'Associazione dei piccoli commercianti, se ne vanta: -Le società estere sono lecite. Ci fanno pagare meno tasse.- L'imprenditore onesto. Forza Italia! Coi soldi alle Bahamas. ( L'avvocato d'affari David Mills ha confermato, nell'ambito del processo Sme, che “ la All Iberian fungeva da tesoreria per le altre e i soldi le venivano prestati dalla Silvio Berlusconi Finanziaria a Lussemburgo.” la Repubblica, 12 marzo 2003 ) Ecco perchè a Berlusconi piace andare da Vespa: c'è un certo brivido da mascalzone nel mentire direttamente in faccia alla gente senza che Vespa, pur essendo autore Mondadori e giornalista di Panorama, lo contraddica. Ormai Silvio lo conosciamo: mentire è il suo sport estremo. C'è chi fa freeclimbing, lui mente. Dice: -Abbiamo aumentato le pensioni a tutti!- poi deve mangiare una barretta energetica. Ora, le categorie della mistificazione sono due: NASCONDERE LA REALTA' ( dissimulare ) ed ESIBIRE IL FALSO ( simulare ). Le tecniche di dissimulazione sono tre: a) MIMETIZZARE ( confondere con lo sfondo ) b) CAMBIARE ASPETTO ( modificare il modello ) c) ABBAGLIARE ( offuscare il modello ) Anche le tecniche di simulazione sono tre: d) MIMARE ( copiare un altro modello ) e) INVENTARE ( creare un nuovo modello ) f ) ATTIRARE ( offrire un modello alternativo ) Alcuni esempi: a) MIMETIZZARE Berlusconi che parla di sé come di un nuovo De Gasperi, confondendo la natura eversiva della propria attività di governo con lo sfondo di una tradizione politica che invece aveva un alto senso dello Stato. Berlusconi che si mostra amico di Blair. Mediaset che assolda star tv della RAI. La censura tv delle voci controcorrente, che omologa la RAI allo sfondo berlusconiano. La cacciata di De Bortoli dal Corriere. Il reframing ( rimodellare il contesto in modo da incorniciare le questioni secondo mappe reazionarie di riferimento: ad es. paragonare l'Italia a un'impresa. ) b) CAMBIARE ASPETTO Le leggi vergogna per salvare Berlusconi, Previti e Dell'Utri. Il lifting. Lo sdoganamento di AN e di FINI. Il tg 1 di Mimun. La guerra criminale in Irak presentata come missione di pace. c) ABBAGLIARE Il dossier Mitrokhin. Le calunnie di Igor Marini. Le campagne del Giornale e del Foglio. La cimice trovata in campagna elettorale. Paragonare la sinistra italiana a Stalin e Pol Pot. Le gaffes. Le guasconate. Il tg5 di Rossella. L'allegria tv di Mara Venier. Berlusconi nel ranch di Bush. La villa in Sardegna. I “ tagli “ alle tasse. Le accuse all'Unità di averlo insultato ( l'autore degli insulti era Paolo Guzzanti, il destinatario Prodi! ) d) MIMARE Copiare il tatcherismo e il reaganismo. Copiare Bush ( Dio, patria e famiglia ). Gli uomini Mediaset nei posti chiave RAI. e) INVENTARE Le Grandi Opere. Il Patto con gli italiani. ( Vespa si è guardato bene dall'obiettargli che, del Patto, Berlusconi ha mantenuto solo la promessa di abolire la tassa di successione. Quindi non potrà ricandidarsi, in base alla regola ( assurda, peraltro ) da lui stesso stabilita nel 2001 a scopo di propaganda. ) Il tg4 di Fede. La banalizzazione di Mussolini e del fascismo. Gli spot governativi per il Superbonus. f) ATTIRARE I nuovi manifesti elettorali 2006:- Stiamo mantenendo gli impegni!- Gli slogan ( Meno tasse per tutti. Pensioni più dignitose. ) Sostenere che in Italia sono stati arrestati 200 terroristi internazionali. Casini dice:-Basta illusionisti,- e Berlusconi afferma:-Casini non parlava di me. Io ho attuato il programma nonostante l'UDC.- Giustificare la missione italiana in Iraq ( giugno 2003 ) con la risoluzione 1546 dell'ONU ( giugno 2004 ) Nel frattempo, viene nascosta l'opera di demolizione dello Stato repubblicano ( basato sulla divisione dei poteri ) e l'instaurazione del populismo di tipo peronista tanto caro a Gelli. All'estero, la colpa peggiore per un politico è che ha mentito agli elettori. In Italia mentire agli elettori è ormai una referenza. -Sa governare il Paese?- -E' un bugiardo matricolato.- -Perfetto.- Berlusconi è sincero come Alena Seredova che fa:-Ahi!- la prima volta che ci fai sesso. Non è ironico che Berlusconi metta in guardia dal pericolo del comunismo con in faccia lo stesso cerone di Lenin?
By Daniele Luttazzi at 4 Dic 2005 - 15:46