Citizen Broz

PARTITO DEMOCRATICO...E TORNATO DEMOCRISTIANO.
"Nelle cose futili seguo i capricci e le mode; nelle cose importanti seguo la morale; in arte seguo me stesso. Questa è la ragione per cui non ho nulla a che fare con cio' che non mi piace" J. Ozu

Tuesday, April 15, 2008

STRATEGA DELLA FINE


L'unico partito laico in parlamento sarà Di Pietro... Dovrebbe bastare questo a far capire la strategia vincente del Veltroni.
Non ho più neppure le parole per commentare questo risultato, non ce la faccio neppure più a dovermi giustificare io con quelli del Pd che credono d'aver azzeccato tutto...
Non ho parole, ma per fortuna ce le ha Leonardo sul suo blog:

"Siamo a meno sei", dicevi un mese fa. Oggi è a meno nove. Dovevi conquistare gli indecisi? Li hai persi. Col tuo nobile gesto hai ucciso la sinistra arcobaleno, che avrà pur avuto tanti difetti, ma non meritava una fine del genere. O la meritava? E io la meritavo? Io, non Bertinotti, io, dovrò vivere altri cinque anni pagando con le mie tasse gli sgravi fiscali dei padroncini incapaci. Io finanzierò il Ponte sullo Stretto, e vedrete che se c'è un modo di farmi salvare Alitalia, magari espiantandomi midollo, me lo espianteranno. Tremonti metterà i dazi, l'Unione Europea ci multerà, e sapete chi pagherà la multa? Io.

Il minimo che possa chiedere, in questo momento, è la testa di Veltroni. Dite che non è colpa sua Luca Sofri dà ancora la colpa a Prodi. E perché non a Occhetto?
Guardiamo in faccia alla realtà. Il partito di Veltroni doveva "affascinare" gli italiani: non è successo. Dietro al gran nome, dietro alla simpatia paracula delle claques romane, dietro ai paraventi di Repubblica sempre più serrati intorno a una realtà parallela, c'era l'evidenza di un leader un po' bollito, rassicurante ma privo di appeal, che ai giardini l'anno scorso mi fece una così triste impressione – ed era in territorio amico. Durante la campagna elettorale ho atteso vanamente il colpo da Grande Comunicatore, il coniglio nel cappello – niente.
Credo che l'Africa non debba attendere ulteriormente. Il suo posto può prenderselo chiunque, meglio se gradito a nord: col senno del poi, Bersani fece proprio male a ritirare la sua candidatura alle primarie.
... Il successo della Lega merita un pezzo a parte – stasera mi fermo a questo: tutti avevano in mente una campagna iper-moderna, all'americana, Obama-style: e invece ha vinto il partito più vecchio dell'arco costituzionale: direttamente dai ruspanti anni '80, coi suoi leader cresciuti alla Scuola Radio Elettra (altro che Frattocchie) assolutamente non fotogenici, così impacciati e involuti che un ictus al cervello non li peggiora. Pensavamo che l'Italia fosse "Yes we can" e invece ha vinto "tiriamo fuori i fucili, grunt". Però questa è l'Italia in cui vivo io. Non la amo, questo no, ma la riconosco. Quell'altra invece non riuscivo proprio a metterla a fuoco. E mi dispiace, credetemi.

Friday, April 11, 2008

APPELLO AL VOTO "DIVERSAMENTE UTILE"



Ebbene siamo arrivati alla vigilia del voto storico. Inutile dire che il mio voto, per la prima volta davvero cosciente, andrà alla Sinistra Arcobaleno. Non posso premiare il Pd per la sua politica destra, non posso neppure votarlo in chiave anti-berlusconiana perché sarebbe come, diciamo noi, togliere la sete col prosciutto.
Non mi illudo che Veltroni cancelli le leggi berlusconiane, cancelli la legge Biagi, faccia una legge sul conflitto d'interessi e la riforma radio televisiva. Non posso illudermi perché già mi ero illuso col governo Prodi. Un voto davvero utile è quello che rafforza la sinistra contro le derive centriste. Un voto utile è quello che impedisce un governo istituzionale con Casini o con Draghi o con Berlusconi stesso. Un voto utile è quello alla Sinistra Arcobaleno. Bertinotti non mi ha mai convinto al cento per cento, ma oggi è l'unico che riesce a tenere quieti Pecoraro Scanio o Diliberto, è l'unico che poteva metterci la faccia. Vi metto un bel commento di Riccardo Orioles, giornalista amato e dimenticato, giornalista vero, non so per chi voterà, chi saranno per lui "i contro Berlusconi senza se e senza ma". Io l'ho capito.

“È molto tempo che non ci sentiamo, ma questa è una settimana importante. E'

il momento in cui, dopo quasi vent'anni di Weimar, cambia il regime. Vent'anni

fa l'Italia esisteva ancora e non solo come espressione geografica, era un paese

occidentale retto a democrazia parlamentare; era politicamente diviso fra una

sinistra ancora in qualche modo espressione dei lavoratori e un centro

democratico-moderato. Era un paese pacifico, che non faceva guerre da

cinquant'anni. Aveva una magistratura libera, un inno nazionale, una bandiera.

Vi erano sfruttatori, ma non col potere assoluto; politici corrotti molti, ma

onnipotente nessuno. I giovani, a un certo punto, cessavano di essere ragazzi e

diventavano uomini con dei diritti riconosciuti. Le donne erano pari agli

uomini, e questo era ormai senso comune. Nessuno faceva guerre di religione.

Religione civile, comune a tutti, era la Liberazione condotta insieme,

monarchici e marxisti, operai e ufficiali, contro il nazismo. Milano era Italia,

Italia era Napoli, italiani erano i rossi e italiani i neri. Alcuni dei migliori

politici - i Moro, i Pertini, i Berlinguer - erano anche, per avventura, i più

popolari. Nessuno di loro, oggi, troverebbe posto in una qualsiasi lista

elettorale; nè se ne parla più.

Questa era la mia vecchia Repubblica e mi sembra giusto renderle fedelmente

omaggio, ora che non c'è più. Nello stesso paese, vent'anni dopo, dei due unici

capipartito autorizzati uno fa il pubblico elogio dei mafiosi ("Mangano? E' un

eroe") e l'altro, in Sicilia, fa scrivere il programma elettorale a un Salvo

Andò ("Basta coi professionisti dell'antimafia"). Uno vuol cancellare la

Resistenza dai libri di scuola, l'altro s'era dimenticato di includerla nel

progrmma del suo partito. Certo: non sono la stessa cosa. C'è sempre differenza

fra gli Hitler e gli Hindenburg; non si resta neutrali. Ma i valori terribili,

disumani, che ora minacciano di farsi nuovamente regime, non sono stati

contrastati e amzi spesso ne ha subito il fascino anche chi doveva morirgli

contro.

Così, eccoci qua. Senza far finta di niente cercando impossibili neutralità - si

vota, senza se e senza ma, contro Berlusconi - ma senza nulla rimuovere e senza

perdonare niente. Votare ora, contestare domani: non saranno i notabili

"democratici" a riportare la democrazia in Italia, sarà la generazione che

cresce ora. Per essa, faticosamente, cerchiamo di riprendere la penna in mano”.

Saturday, April 05, 2008

Se qualcuno aveva dubbi