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"Nelle cose futili seguo i capricci e le mode; nelle cose importanti seguo la morale; in arte seguo me stesso. Questa è la ragione per cui non ho nulla a che fare con cio' che non mi piace" J. Ozu

Monday, December 11, 2006


"Maledetto quel paese dove i dittatori muoiono nel proprio letto"



Cile, è morto Pinochet, "el pueblo unido" festeggia la sua fine - megachip.info

L'ex dittatore del Cile Augusto Pinochet, 91 anni, è deceduto alle 14.15 ora locale, le 18:15 in Italia, nell'ospedale militare di Santiago dove era stato ricoverato una settimana fa per un infarto al miocardio e un edema polmonare. Da allora non si era più ripreso. Dopo che si è diffusa la notizia della morte del generale, vicino a Piazza Italia e nella zona dello Stadio Nazionale, centinaia di persone si sono raccolte per «celebrare la morte» di Pinochet con clacson, slogan, bandiere cilene e grida di «assassino!».Neppure in queste circostanze, ha detto uno dei manifestanti di Plaza Italia a Radio Bio Bio, «si deve dimenticare che qui è stata torturata ed uccisa gente». Pinochet prese il potere in Cile con il colpo di Stato dell'11 settembre 1973, con il bombardamento della Moneda nel corso del quale fu ucciso il presidente Salvador Allende. Pinochet restò al comando del Paese, tra violenze, arresti, sparizioni e torture, per 17 anni. Secondo i dati ufficiali furono 3.197 le persone uccise durante la dittatura (1.192 gli scomparsi), 28.000 quelle torturate e 130mila quelle arrestate. Senza contare i migliaia di oppositori costretti all'esilio. E le organizzazioni per i diritti umani parlano di cifre molto più alte. Il suo allontanamento dalla presidenza cilena coincise con un referendum popolare che lui era sicuro di vincere il 5 ottobre 1988. Ma il risultato lo sorprese: il 42% disse sì alla sua permanenza e il 55,2% rispose invece no, e così il 10 marzo 1990 Pinochet uscì dalla Moneda, lasciando il posto al presidente democristiano Patricio Aylwin. Restò però alla guida dell'esercito, un incarico che avrebbe abbandonato soltanto il 10 marzo 1998, per assumere il giorno dopo la funzione di senatore a vita. In quel momento nessuno sospettava che, nell'ombra, l'ex dittatore era al centro di una fitta trama di attività commerciali lecite, e forse, illecite, con proventi per decine di milioni di dollari non dichiarati al fisco, convogliati nei conti scoperti presso la Riggs Bank degli Stati Uniti. Il 1998 fu l'anno del suo arresto a Londra su richiesta del giudice spagnolo Baltasar Garzon. Nella capitale britannica trascorse 503 giorni e poi rientrò rocambolescamente in patria. Da allora è stato incriminato in Cile con diverse gravi accuse e più volte finito agli arresti domiciliari, ma mai processato. Anche da morto il dittore continua però ad essere un problema per i cileni. Ora si pone il tema dei suoi funerali. Da quando le sue condizioni si erano aggravate si era cominciato a parlare dell'opportunità o meno di riservargli funerali di Stato, con l'evidente imbarazzo della presidente Michele Bachelet, lei stessa in passato vittima delle torture del regime (e anche suo padre fu ucciso). Un sondaggio pubblicato proprio nel giorno della sua morte da La Tercera, giornale di Santiago, ha rilevato che il 72% dei cileni non vuole il lutto nazionale.

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