CALDEROLI...
Se ne parla molto in questi giorni dell'irresponsabilità di Calderoli e di chi gli permette di stare al governo. Bhè, di che vi stupite mi viene da chiedere, ma lo avete visto in faccia? Ma lo avete sentito parlare almeno una volta? Che era pericoloso lo pensavamo da un pezzo.
Ed ora una piccola marketta, un intervento di Prodi sul caso.
CARO direttore, i fatti di Bengasi ci hanno tutti profondamente colpiti, tornando a dimostrarci, se ve n'era bisogno, la fragilità del mondo in cui viviamo, la difficoltà di dialogo tra i popoli, la sciagurata forza che le offese possono scatenare. Ho già avuto modo di esprimere immediatamente dopo il sanguinoso assalto al consolato italiano il mio punto di vista, così come ho avuto modo di percepire direttamente in un lungo colloquio con Gheddafi la preoccupazione di chi è chiamato a governare realtà complesse come quelle dei Paesi del nord Africa. Paesi con i quali non alimentare un dialogo costruttivo basato sul reciproco rispetto e la reciproca comprensione sarebbe un errore di enorme portata storica per l'imprevedibilità delle conseguenze che tale mancanza di dialogo determinerebbe. Detto questo mi sembra che da questa vicenda possiamo derivare tre indicazioni che riguardano invece direttamente l'Italia e il suo Governo che mi sembra utile sottolineare.
1) Calderoli, la cui vergognosa sceneggiata è stata la scintilla che ha dato fuoco alle polveri, non è una persona qualsiasi, un cittadino Italiano dalle idee un po' balzane, un militante di base di un movimento un po' estremista. Calderoli è un Ministro della Repubblica, che ha giurato davanti al Presidente della Repubblica di servire il suo Paese e di rispettare la Costituzione. Questo incarico gli è stato conferito dal Presidente del Consiglio che lo ha nominato nel delicatissimo ruolo di colui il quale avrebbe dovuto lavorare proprio a mettere mano alla riforma della Costituzione, malgrado fosse già disponibile una letteratura di dichiarazioni di chiaro stampo xenofobo oltre a un florilegio di esternazioni contro l'Unità d'Italia e contro la carta costituzionale. Ebbene con quale leggerezza e sotto quale spinta di ricatto politico si affida un Ministero così delicato ad una persona con questo curriculum? Dato che già erano note le tensioni causate dalle precedenti dichiarazioni di Calderoli.
2) E' evidente che anche in questa crisi si è palesata una delle più gravi carenze di questo governo. L'assenza di una politica estera saggia e competente fatta di attenzione, dialogo, capacità di prevenire le situazioni di crisi, soprattutto con quei Paesi, come la Libia, con i quali si erano in passato ricuciti con grande fatica i rapporti. Paesi verso i quali l'Italia dovrebbe svolgere un ruolo di continua tessitura di rapporti anche per conto dell'Europa tutta non aspettando che le cose si mettano male , molto male in questo caso, per abbozzare interventi riparatori. Non avere compreso la portata dell'incendio che si stava sviluppando nei paesi islamici è stata una colpa grave. Una seria analisi avrebbe forse portato un governo consapevole e responsabile ad informare i suoi membri dei pericoli incombenti e, voglio sperare, sarebbe stata una moral suasion sufficiente a scoraggiare le esibizioni televisive che tanto danno hanno causato.
3) Va fatta infine, a valle di quanto accaduto, una seria riflessione sul ruolo del servizio pubblico televisivo. Il fatto che lo show di Calderoli sia stato ospitato in prima serata, nei momenti di massimo ascolto, sulla rete ammiraglia della Rai e che nessuno abbia pensato a quel piccolo particolare di cui spesso ho sentito i dirigenti della Rai farsi giusto vanto: vale a dire che Rai Uno gode di altissima popolarità e moltissima attenzione proprio nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Non avere riflettuto minimamente sul fatto che, come dicono sempre i dirigenti televisivi, proprio grazie alla tv si vive ormai nel villaggio globale e, di conseguenza, almeno dal punto di vista dell'informazione, si è avverato il detto secondo cui un battito d'ali di farfalla in un Paese può provocare una tempesta dall'altra parte del mondo, è sintomo a dir poco di leggerezza e di scarso senso di responsabilità. Mi sembrerebbe francamente doveroso che da parte della politica e soprattutto dei partiti politici della maggioranza non si tentasse di voltare pagina e di assimilare, come si sia tentando di fare in queste ore, quanto è successo a Bengasi con le affermazioni che riguardano Nassiriya, affermazioni da esecrare e biasimare, ma che provengono da persone che hanno scarsa rappresentanza e nessuna influenza politica. Credo che Berlusconi e gli altri leader della Cdl dovrebbero andare ben oltre la doverosa quanto tardiva richiesta di dimissioni. Essi dovrebbero svolgere una attenta analisi delle carenze che si sono verificate in questa vicenda e renderne conto agli Italiani. Per tutti questi motivi le doverose dimissioni dell'onorevole Calderoli non possono chiudere la vicenda. Il presidente del Consiglio, il governo e la maggioranza che lo sostiene hanno il dovere di svolgere una attenta analisi delle carenze e delle colpe che si sono verificate in questa vicenda e debbono renderne conto al Parlamento. L'Italia ha bisogno di una nuova politica verso il Mediterraneo in modo da garantire la nostra sicurezza e i nostri interessi e affermare finalmente il ruolo di equilibrio e di saggezza che è nella tradizione di questo paese.
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