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"Nelle cose futili seguo i capricci e le mode; nelle cose importanti seguo la morale; in arte seguo me stesso. Questa è la ragione per cui non ho nulla a che fare con cio' che non mi piace" J. Ozu

Friday, October 21, 2005


CONTROLLO DEI MEDIA

(tratto dall'Unità on line di oggi)


A pagare è stata la libertà di espressione ma il giornalista Marco Travaglio e il conduttore Daniele Luttazzi sono stati assolti dall’accusa di aver diffamato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel corso della puntata di
Satyricon, che andò in onda a marzo del 2001 su Rai2, poche settimane prima delle elezioni politiche che avrebbero portato il numero uno di Forza Italia a conquistare la carica di primo ministro. I due erano stati querelati da Berlusconi per le dichiarazioni rese da Travaglio nel corso della trasmissione di Luttazzi. Ma il giornalista ha sempre sostenuto di aver raccontato solo fatti. E ora la sentenza del giudice gli dà ragione anche se non può comunque cancellare la gravità di quanto è accaduto.

Luttazzi aveva invitato Travaglio in trasmissione per discutere del libro "L'Odore dei Soldi", che il giornalista aveva scritto insieme ad Elio Veltri. Ma le domande che il conduttore rivolse al giornalista non andarono giù al Cavaliere, e tantomeno le risposte. Travaglio parlò infatti a lungo della condizione giudiziaria dell'allora capo dell'opposizione (dalle inchieste sulle origini del suo impero economico a quelle relative ai rapporti con la criminalità organizzata), ma raccontò anche alcuni aneddoti agghiaccianti: ricordò per esempio che Berlusconi ha ospitato per ben due anni nella sua villa di Arcore Vittorio Mangano, un personaggio che qualche anno dopo sarà condannato al carcere a vita per mafia.

Il giorno seguente Satyricon si ritrovò nell'occhio del ciclone e il Cavaliere presentò querela chiedendo anche un cospicuo risarcimento: ben 20 miliardi di vecchie lire, tanto costava l’averlo sfidato. Il centrodestra colse subito l’occasione per chiudere la bocca a Luttazzi mentre molti esponenti del centrosinistra pensarono bene di criticare Travaglio.

Era solo l’inizio dell’ondata di epurazioni di cui sarebbero rimaste vittime numerosi giornalisti Rai. Ma ora a distanza di anni la verità viene a galla. Il giudice non ha riscontrato alcuna diffamazione nelle dichiarazioni di Travaglio che si fondavano su una cospicua documentazione ed ha pertanto assolto i due imputati. Per il cavaliere dunque oltre il danno la beffa: sarà lui a dover risarcire gli imputati per ben 100mila euro.

Il mondo dell’informazione può almeno tirare un sospiro di sollievo. Per la Fnsi e l'Usigrai l’assoluzione è «un'altra potente spinta a chiudere la stagione delle espulsioni e delle censure nel servizio pubblico» e «dimostra quanto infondata e strumentale sia stata la campagna montata per restringere gli spazi di espressione». «Non si tratta ora - continua il comunicato - di schierare il servizio pubblico su un fronte opposto a quello nel quale è stato fatto militare negli anni scorsi: sarebbe un errore eguale e contrario. Semplicemente si deve dare il segnale che in Rai la circolazione e il confronto di idee diverse, anche scomode, torna ad essere un valore».

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